In occasione del Convegno per i 110 anni della FTM, è stato presentato il restauro del treno ET 008 “ex Cortina”, ora esposto all’esterno del Museo.
Quando vennero assegnate a Cortina d’Ampezzo le Olimpiadi Invernali del 1956, uno dei principali problemi degli organizzatori fu quello dei trasporti.
C’era un progetto di ricostruzione a scartamento normale e con un nuovo tracciato, della ferrovia a scartamento ridotto (950 mm) Calalzo – Cortina – Dobbiaco messa in servizio, con trazione elettrica, nel 1929. Ma la spesa risultò insostenibile e venne adottato un programma di interventi, meno costoso, per potenziare la linea esistente. Il programma prevedeva, tra l’altro, l’acquisto di due elettrotreni a tre casse, che sarebbero state costruite dalle Officine Meccaniche della Stanga di Padova, con carrelli ed equipaggiamenti elettrici TIBB (Milano).
L’adozione della tipica configurazione dell’elettrotreno, cioè un’elettromotrice articolata a più casse in cui quelle contigue condividono un unico carrello, permetteva di distribuire la potenza su tutti (o quasi) i carrelli, garantendo maggiori prestazioni e, nello stesso tempo, contenendo il carico massimo assiale in modo da poter circolare anche su linee con armamento leggero.
Ma l’articolazione tra le casse adottata per gli elettrotreni della Roma – Fiuggi e della Calalzo – Dobbiaco presentava un’ulteriore novità: veniva adottata nel campo ferroviario la cosiddetta “giostra” Stanga-Urbinati ideata negli anni ’30 per un’applicazione ai veicoli tranviari, particolarmente adatta per i tracciati tortuosi con ridotti raggi di curvatura.
Il dispositivo permetteva infatti, salvaguardando interamente lo spazio interno del veicolo, ogni possibile movimento tra le due casse in modo tale che i viaggiatori quasi non si accorgessero della discontinuità.
I due elettrotreni della SFD (Società per la Ferrovia delle Dolomiti), numerati 007 e 008, furono rispettivamente immessi in servizio il 7 dicembre 1955 e l’11 gennaio 1956. L’aspetto esterno era assai simile a quello degli elettrotreni forniti alla Roma – Fiuggi: si differenziavano per la livrea, avorio-azzurro invece di castano-isabella, per l’assenza di un compartimento bagagliaio, per gli organi di aggancio manuali invece dell’accoppiatore automatico e per l’assenza dei freni con pattini elettromagnetici.
Gli elettrotreni avevano posti a sedere di 1ª e 2ª classe: quelli di 1ª classe (per un totale di 36, sedute e schienali molleggiati con rivestimento in velluto rosso) si trovavano nelle casse di estremità; quelli di 2ª classe (per un totale di 56, sedute e schienali in legno) si trovavano nella cassa centrale e in corrispondenza delle due “giostre”. Erano presenti due ritirate collocate nelle casse estreme. Alle due cabine di guida si accedeva dai vestiboli di estremità che erano dotati di porte a libro a comando pneumatico.
I due elettrotreni erano lunghi 31362 mm (respingenti esclusi), larghi 2400 mm, alti 3305 mm (esclusi i pantografi e le altre apparecchiature elettriche presenti sull’imperiale). La massa a vuoto era di 60 tonnellate. I quattro carrelli montavano ciascuno due motori, con potenza oraria di 80 kW. La velocità massima possibile era di 80 km/h, anche se le condizioni plano-altimetriche e dell’armamento leggero della linea non consentivano una velocità superiore ai 50-60 km/h. Il sistema di comando permetteva la frenatura automatica elettrica, combinata con quella ad aria fino all’arresto del veicolo.
Le Olimpiadi, che si svolsero dal 26 gennaio al 5 febbraio 1956, misero a dura prova la ferrovia che comunque fu in grado di movimentare fino a 7000 viaggiatori al giorno. Terminata l’euforia dei festeggiamenti iniziò il lento ma inesorabile declino di questa ferrovia gioiello.
Nel 1959 uno degli elettrotreni fu protagonista, assieme ad Alberto Sordi, nelle scene finali del film “Vacanze d’inverno”.
Malgrado la notorietà e la bellezza del paesaggio attraversato, la concorrenza stradale, complice la motorizzazione di massa, si fece sempre più accanita e questa, unita alla ridotta manutenzione degli impianti fissi, al difficile tracciato (raggi di curva che scendevano fino a 60 metri) e alla presenza di numerosi e pericolosi passaggi a livello, portò nel 1962 alla soppressione del servizio tra Cortina e Dobbiaco e nel 1964 alla cessazione della rimanente tratta Calalzo – Cortina.
Per i due elettrotreni, ancora all’inizio della loro vita di servizio, si prospettò la vendita alla Ferrovia Trento – Malé che poco dopo la messa in funzione del nuovo materiale rotabile sulla linea interamente ricostruita (dicembre 1964) ebbe da subito difficoltà a far fronte al notevole incremento di viaggiatori trasportati. Questi rotabili rappresentavano un’occasione d’oro per la ferrovia trentina che possedeva soli tre elettrotreni e cinque elettromotrici.
“… per un più completo espletamento del servizio ferroviario ammodernato, venne permesso alla Società di acquistare – nel quadro dei provvedimenti della Legge 1221 – i due elettrotreni inutilizzati dell’ex Società Ferrovie delle Dolomiti …” così si leggeva nella Relazione e Bilancio relativi all’esercizio 1966 della Ferrovia Trento – Malé S.p.A. Si trattava dunque delle due elettromotrici articolate a tre casse dette “elettotreni” e classificate come ET 007 e ET 008. Nel 1966 le trattative si conclusero e si procedette ai lavori di adattamento per potere essere immessi in servizio sulla Trento – Malé.
Il lavoro principale consistette nella trasformazione dello scartamento dei carrelli che dai 950 mm della Calalzo – Dobbiaco (scartamento ridotto “italiano”) doveva essere ampliato ai 1000 mm della Trento – Malé. Tale lavoro di modifica dello scartamento fu affidato alle Officine Grandi Riparazioni FS di Verona. Inoltre risultò indispensabile modificare gli organi di aggancio e repulsione, come pure i predellini di salita e discesa delle porte, per rendere il tutto compatibile con quelli in uso sulla Trento – Malé. Essendo presente sulla Trento – Malé la “classe unica” i sedili della ex 1ª classe, pur conservando l’imbottitura, furono rivestiti della similpelle di colore verde chiaro esistente sugli altri rotabili, in sostituzione del velluto rosso originario. Anche i posti ex 2ª classe ricevettero un’imbottitura, pur conservando la stessa ossatura originaria.
Il 21 dicembre 1967 entrò in servizio l’elettrotreno ET 008, il 20 maggio 1969 l’elettrotreno ET 007. La livrea esterna rimase inizialmente quella della Ferrovia delle Dolomiti cioè avorio-azzurro, ma presto venne modificata adottando gli stessi colori del parco rotabili della Trento – Malé, cioè il grigio alternato a fasce bianche.
I due “Dolomiti”, nome ufficiale assegnato a questi elettrotreni nella “Prefazione all’Orario di Servizio” (ma il personale presto li soprannominò “Cortina”), furono impiegati essenzialmente per le cosiddette “corsette” Trento – Mezzolombardo e, all’inizio, anche per i treni “operai” (il primo del mattino a scendere da Malè, l’ultimo della sera a salire verso Malè). Per renderne più flessibile l’utilizzo, l’ET 008 fu attrezzato del “comando multiplo” presso le Officine sociali: in tal modo, oltre a essere accoppiabile con le altre motrici, poteva essere agganciato a una delle due rimorchiate pilota ex Ferrovia Mantova – Peschiera nel frattempo entrate in servizio sulla Trento – Malé (anni 1974 e 1977).
Ma negli anni ’80 i due “Cortina” iniziarono a evidenziare qualche problema di affidabilità, considerati non solo gli anni di servizio, ma anche l’uso intenso a cui erano sottoposti sulla Trento – Malé. La Direzione aziendale, avendo estrema difficoltà nel reperire finanziamenti per acquisire nuovi veicoli, ritenne opportuno procedere ad un riclassamento totale dei due elettrotreni.
Il lavoro fu affidato alle Officine di Cittadella (Padova) negli anni 1986-1987. Il riclassamento comportò, essenzialmente, il ripristino e il funzionamento in sicurezza del sistema di frenatura elettrica, l’installazione del comando multiplo anche sulla motrice ET 007, un completo rifacimento delle cabine con relativo ampliamento rispetto alle originarie con nuovo banco di manovra ergonomico, la sostituzione completa dell’arredamento interno unificato sulle tre casse e una nuova fanaleria sulle due testate. Esternamente i due “Cortina” rientrati in servizio si distinguevano soprattutto per la nuova colorazione adottata, grigio con fasce rosse, che richiamava quella adottata dalle FS per le nuove vetture “media distanza con vestiboli all’estremità” (MDVE). Tale livrea fu poi estesa alla quasi totalità del restante parco rotabili viaggiatori della Trento – Malé.
Così rinnovati questi elettrotreni furono utilizzati per altri vent’anni circa alla stessa stregua dei rimanenti veicoli, entrando in composizione, senza alcuna limitazione, a qualsiasi convoglio e sull’intero percorso, nel frattempo prolungato da Malé a Marilleva (2003). Nei giorni festivi delle estati degli anni ‘90 furono inoltre impiegati per l’effettuazione del servizio turistico di qualità denominato “Trenino dei Castelli”.
L’arrivo degli elettrotreni Alstom, negli anni 2004/2006, portò all’accantonamento di tutto il parco esistente con esclusione dei quattro elettrotreni Firema/Ansaldo consegnati negli anni 1994-1995. I due “Cortina” vennero preservati dalla demolizione essendo nelle intenzioni della Società utilizzarli come “treno storico”; ma l’eccessivo costo preventivato per un utilizzo in tal senso, fece orientare le scelte aziendali verso altri obbiettivi. Si decise infine per un loro ripristino estetico per essere opportunamente esposti. Il lavoro fu assegnato alla CIMA Riparazioni Ferroviarie S.r.l. di Bozzolo (Mantova) e, con l’occasione, è stata ripristinata la bella livrea originale avorio/azzurro.
L’ET 008, nel suo primitivo splendore, è ora esposto al museo Ttram, presso la sede aziendale a Trento, accanto alla rimorchiata pilota CP 2.
L’ET 007, di pari aspetto, è provvisoriamente esposto presso l’Aeroporto Caproni di Trento, in attesa di un possibile ritorno a Cortina d’Ampezzo in occasione delle Olimpiadi invernali del 2026.
Mario Forni (novembre 2019)
Scarica la Relazione integrale di Mario Forni
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